Poesie
Al sole della vita
(100) Aspettando te
Cesenatico
(100) Sulle sabbie del cuore
Dentro l'anima
(93) Ci sono uccelli i più goffi e scuri che quando infreddoliscono sul nodo d'un ramo, in tutto assomigliano a quel nodo. (Alberto Bevilacqua)
Drudylla
(100) Anima mia
Fra i rami
(100) Andando per le vie
Il canto del pellegrino
(100) Sottobosco della vita
La poesia è morta
(100) Viva la poesia
Orme lontane
(100) Ricordati di me
Se non puoi
(100) Esistenze in negativo
Segreti versi
(100) Indicibile del mondo
Senza quadrature
(100) Da sempre - per sempre
Tra prosa e poesia
(100) Io -per sbaglio-
Raccolta: Dentro l'anima
Mostro sociale
Questo parlare da donna matura
ovatta e nasconde malamente
l’infantilismo degli ideali,
fatica enormemente ad ignorare
le innumerevoli paure che la razionalità infonde
minandone la virilità della fiducia.
Il tempo devoluto all’immaginario,
irresponsabilmente speso nel supermercato dei sogni,
stupidamente dissipato sopra i cirri delle illusioni
ha praticato tutte le strade dell’inverosimile
fino a toccare il traguardo del dovuto risveglio,
sino a restituire gli attimi del presente
alla genesi di tutti gli eventi,
dove la storia scritta dalle reminiscenze,
racconta l’analisi scrupolosa della verità,
mostrando le raccapriccianti visioni
sul domani dell’umanità.
Immagini talmente avvilenti da ridarmi un’anima
per il solo gusto di farmi contorcere nel fuoco della sofferenza.
Una balorda, insana, putrida tribolazione
che fa dimenare lo spirito e lo costringe
ad un agghiacciante lamento:
L’umanità dell’uomo dove si è nascosta, dov’è?
Dove sono le sue splendide azioni?
Dove è morta la sua verità?
Chi sono questi zombi che mi circondano?
Chi ha plasmato questi attori senza voce?
Chi ha progettato la galassia di questa ipocrisia?
Capisci Dio?
Questo lamento è atroce, mi sbrana,
mi logora, assorbe tutta la mia forza,
mi rende crudele, sino a farmi assassina
della mia stessa identità.
Non posso omologarmi,
non posso integrarmi,
non ho intorno anime e mi sento soffocata
da queste sagome, da questi giganti dell’esistenza;
mi sento annientata dal vuoto della loro presenza
che conquista e soggioga il pensiero e,
anestetizzando l’anima, mi fa mostro sociale.
Nei miei attimi di vita apparente e morte concreta
mi domando con impassibile freddezza perché gli altri,
ed anche io, ci intratteniamo nel gioco dell’inganno,
della metamorfosi, della trasformazione;
mi chiedo quale scopo intendiamo raggiungere quando,
con i nostri comportamenti,
contribuiamo alla costruzione di una società
priva di uomini, straripante di enormi,
raffinati e solitari giganti.
Non riesco a capire il nuovo credo,
non riesco ad assorbire questa disciplina esistenziale,
mi sento ignorante, inadeguata, impreparata
come davanti ad una equazione che non so risolvere.
No, proprio non comprendo il fine ultimo
di questa teoria evolutiva,
di questo nuovo esprimersi del genere umano
e questa assenza di comprensione mi fa marziana,
perché non sono più umana senza l’anima
e non sono in grado di farmi gigante
come questo tempo chiede.
Pubblicato: domenica 25 febbraio 2024
Alle ore: 13:44:49
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