Ho le campane che corrono alle orecchie,
suonano di rintocchi e canti, 
e pare che invitino il cuore
a rispondere si al richiamo della vita.

Schiudono gli occhi al cielo azzurro,
al suo diamante strano e tondo,
che porta la luce al buio dell’universo
e alle genti della mia terra.

Mi assediano il cuore i pensieri del dolore
e delle guerre, delle malattie
e della fame che desertificano
e bruciano le speranze
e i sogni degli uomini
e delle donne, dei bimbi
e dei vecchi già arresi
ancor prima di nascere,
già privi di parole
ancor prima di vagire,
già morti ai sogni
ancor prima di dormire.

Eppure, la sento la vita!

In questa musica
che galleggia sopra il mondo
tra terra e cielo, che naufraga
di allegra malinconia
sulle memorie del passato
e danza disinvolta e nuda,
come una verità che fa male,
sulle disgrazie del presente,
portandosi festosa al futuro.

La sento,
come una risata che scoppia
di spensieratezza ed ingenuità
sul volto delle nuvole,
sul verde dei boschi,
sulle gote di un bambino.

La sento,
cadermi piano di commozione
sulle zolle aride del cuore,
a rinfrescare l’arsura del mio fiore,
lasciato appassire alla siccità del male
che lo voleva morto
e che, questa musica, domani
lo riporterà dritto e robusto,
florido e fiducioso alla bellezza della vita.