Poesie
Al sole della vita
(100) Aspettando te
Cesenatico
(100) Sulle sabbie del cuore
Dentro l'anima
(93) Ci sono uccelli i più goffi e scuri che quando infreddoliscono sul nodo d'un ramo, in tutto assomigliano a quel nodo. (Alberto Bevilacqua)
Drudylla
(100) Anima mia
Fra i rami
(100) Andando per le vie
Il canto del pellegrino
(100) Sottobosco della vita
La poesia è morta
(100) Viva la poesia
Orme lontane
(100) Ricordati di me
Se non puoi
(100) Esistenze in negativo
Segreti versi
(100) Indicibile del mondo
Senza quadrature
(100) Da sempre - per sempre
Tra prosa e poesia
(100) Io -per sbaglio-
Raccolta: Il canto del pellegrino
Amico vampiro
Trascinatore
del sentimento altrui.
Ti ami molto,
mentre osservi l’anime perse
nel gioco del nascondere,
vergognose dell’ODIARE.
Spia, insulta, deridi,
degli uomini fai ciò che vuoi.
Manipola questi miei pensieri,
creatore del perverso sentire!
Nettare del mio risentimento,
casa della mia rabbia,
cucina della mia gelosia,
letto del mio odio,
fallo, ripetiti, moltiplicati,
tutto ti è concesso nel miscuglio della mia anima,
a nome di un sentimento padre e madre di vita
generatore della divina emozione,
e poi a me inchinandoti chiamami:
“Amore”.
Io, ambisco
il corpo appassito dalla sete,
che asperge lacrime
e odiando,
muore per la vita tua.
L’infinito fluire del mio sangue, a te corre,
per renderti nuovamente sazio,
dissetato dalla inesauribile mia fonte.
L’immenso zampillo del mio sangue, a te giunga,
come dono di nuova ed eterna esistenza.
Succhia, dissangua, vivi,
e quando nauseato …
VOMITA.
Nell’attesa del tuo mortale bacio,
t’osservo nel sofferente vaneggio
della inestinguibile tua sete.
del sentimento altrui.
Ti ami molto,
mentre osservi l’anime perse
nel gioco del nascondere,
vergognose dell’ODIARE.
Spia, insulta, deridi,
degli uomini fai ciò che vuoi.
Manipola questi miei pensieri,
creatore del perverso sentire!
Nettare del mio risentimento,
casa della mia rabbia,
cucina della mia gelosia,
letto del mio odio,
fallo, ripetiti, moltiplicati,
tutto ti è concesso nel miscuglio della mia anima,
a nome di un sentimento padre e madre di vita
generatore della divina emozione,
e poi a me inchinandoti chiamami:
“Amore”.
Io, ambisco
il corpo appassito dalla sete,
che asperge lacrime
e odiando,
muore per la vita tua.
L’infinito fluire del mio sangue, a te corre,
per renderti nuovamente sazio,
dissetato dalla inesauribile mia fonte.
L’immenso zampillo del mio sangue, a te giunga,
come dono di nuova ed eterna esistenza.
Succhia, dissangua, vivi,
e quando nauseato …
VOMITA.
Nell’attesa del tuo mortale bacio,
t’osservo nel sofferente vaneggio
della inestinguibile tua sete.
Pubblicato: giovedì 18 settembre 2003
Alle ore: 15:20:36
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