Poesie

Al sole della vita
(100) Aspettando te
Cesenatico
(100) Sulle sabbie del cuore
Dentro l'anima
(89) Ci sono uccelli i più goffi e scuri che quando infreddoliscono sul nodo d'un ramo, in tutto assomigliano a quel nodo. (Alberto Bevilacqua)
Drudylla
(100) Anima mia
Fra i rami
(100) Andando per le vie
Il canto del pellegrino
(100) Sottobosco della vita
La poesia è morta
(100) Viva la poesia
Orme lontane
(100) Ricordati di me
Se non puoi
(100) Esistenze in negativo
Segreti versi
(100) Indicibile del mondo
Senza quadrature
(100) Da sempre - per sempre
Tra prosa e poesia
(100) Io -per sbaglio-
Il pellegrino
Oh bimbo,
instancabile pellegrino del mio cuore,
passeran più di cento anni,
molti di più dei millenari affanni,
prima che tu possa sul mio minuscolo
e lontano mare veleggiare,
prima che tu possa
in questo mio frammento di mondo riposare,
e quante notti, e quante albe ancora
io non dovrò che attendere,
e quanti silenzi,
e quante lacrime ancora
io non dovrò che abbracciare.

Oh disperato,
insaziabile esploratore del mio cuore,
passeran più di cento inganni,
molti di più dei remoti pianti,
prima che tu possa nel mio minuto
e sconosciuto porto attraccare,
prima che tu possa
di questo mio tartassato cuore esultare,
e quante solitudini,
e quante incomprensioni ancora
io non dovrò che assaporare,
e quanti baccani,
e quante fiere ancora
io non dovrò che attraversare.

Oh innamorato,
claudicante precorritore del mio cuore,
passeran più di cento frodi,
molte di più delle cessate aurore,
prima che tu possa nel mio instabile
e traballante cuore dimorare,
prima che tu possa
su questo mio stonato corpo danzare,
e quanto deserto,
e quante futilità ancora
io non dovrò che ingoiare,
e quanta vanità,
e quante libertà ancora
io non dovrò che oltrepassare.

Oh pellegrino,
ignaro benefattore del mio cuore,
passeran più di cento vite,
molte di più delle defunte esistenze,
prima che tu possa
nel mio sordo e umano ascoltare risuonare,
prima che tu possa
in questo mio sublime parlare albergare,
e quante note,
e quante musiche ancora
io non dovrò che tacere,
e quanti suoni,
e quante sinfonie ancora
io non dovrò che scordare.

Oh mio tenero,
disperato bimbo,
veleggia!
Oh mio instancabile,
insaziabile esploratore,
attracca!
Oh mio interiore,
ignaro pellegrino,
esulta!
Oh mia generosa,
divina ugola,
canta!
Fa che io possa morire
vivendo il tuo eterno amore!
Fa che io possa vivere
udendo il tuo dolce canto!
Pubblicato: giovedì 18 settembre 2003
Alle ore: 15:08:43
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