Poesie

Al sole della vita
(100) Aspettando te
Cesenatico
(100) Sulle sabbie del cuore
Dentro l'anima
(89) Ci sono uccelli i più goffi e scuri che quando infreddoliscono sul nodo d'un ramo, in tutto assomigliano a quel nodo. (Alberto Bevilacqua)
Drudylla
(100) Anima mia
Fra i rami
(100) Andando per le vie
Il canto del pellegrino
(100) Sottobosco della vita
La poesia è morta
(100) Viva la poesia
Orme lontane
(100) Ricordati di me
Se non puoi
(100) Esistenze in negativo
Segreti versi
(100) Indicibile del mondo
Senza quadrature
(100) Da sempre - per sempre
Tra prosa e poesia
(100) Io -per sbaglio-
Pazzo
Sei mai entrato in un manicomio?

Avevo vent'anni quando ci sono andata
ed era già un privilegio viverlo com’era.

La follia era logica comprensibile,
ed ogni essere che l’ospitava un motivo,
una valida ragione di rifiuto alla dialettica dell’esistenza.

Ho visto donne nude fotografarsi il seno
sul gelido marmo dei bagni cercando di capire
perché erano femmine.
Le ho viste avvolgere le carni viola e squamate
nei lembi delle lenzuola lacere e consumate,
mentre speravo di aggrapparmi a quegli occhi
piccoli e lontani come le nebulose galassie della via lattea.

Ho respirato e mangiato la vita di quel lezzo
in feci deposte nell’ovunque delle gabbie,
scrutando i corpi immobili nei giorni
davanti alle pareti interne d’un nosocomio.

Le ho amate quando erano mute e ferme,
quando seguivano il solo grigiore delle ombre umane
che afferrando braccia non catturavano anime.

Le ho amate quando erano ribelli e incontenibili,
in rifiuto di un riporto che obbligava al sonno
dopo che la luce dei mille giorni della vita era conclusa.

Ho udito le sconosciute bestemmie
di cui anche Dio ignora l'esistenza.
Ho imparato le nuove preghiere
che nessun uomo sano sa pensare.

Sei mai entrato in un manicomio?

Avevo vent'anni quando ci sono andata
ed era già un privilegio viverlo com’era.
Pubblicato: venerdì 6 febbraio 2004
Alle ore: 17:42:03
Pazzo
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