Poesie

Al sole della vita
(100) Aspettando te
Cesenatico
(100) Sulle sabbie del cuore
Dentro l'anima
(93) Ci sono uccelli i più goffi e scuri che quando infreddoliscono sul nodo d'un ramo, in tutto assomigliano a quel nodo. (Alberto Bevilacqua)
Drudylla
(100) Anima mia
Fra i rami
(100) Andando per le vie
Il canto del pellegrino
(100) Sottobosco della vita
La poesia è morta
(100) Viva la poesia
Orme lontane
(100) Ricordati di me
Se non puoi
(100) Esistenze in negativo
Segreti versi
(100) Indicibile del mondo
Senza quadrature
(100) Da sempre - per sempre
Tra prosa e poesia
(100) Io -per sbaglio-
Giuseppe Frasci
(Autore: Giuseppe Frasci)

Dissero un tempo della verità:
“Tu non esisti”.
Troppi sono i cani per una preda sola!
E poi .. venne chi disse…"
Si, esisti”,
ma a noi mortali vietato è di conoscerti.
Come può restar persona viva
chi ebbe la ventura di incontrarti?
Ebbene, forse un giorno ti conobbi,
ma mi mancò il coraggio di gridarlo
al mondo…
e così ti persi,
e così rimasi ancora vivo!
Ma, ogni giorno mi manchi…
e ho pena di me stesso.

Un solo pensiero mi acquieta:
“Ritroverò il coraggio di non crederti
MORTA…prima che io sia finito”.
Non c’è ragione alcuna
per la vita di chi muore
di accettare la propria fine
senza capire perché è nato.


(Autore: Giuseppe Frasci)

Lasciare traccia o sparire
sempre dormire
perché la morte non ti trovi sveglio
o vivere sempre
così che altro non ti ruberà
che quell’istante…
non so:
“Questo o quello per me pari sono!”.
Mi basta che nulla mi sopravviva…
nemmeno il ricordo!



(Autore: Giuseppe Frasci)

Perché si pensa da soli?
Perché passiamo la vita a nasconderci?
Perché ci vergogniamo della nostra anima?
Perché non mi liberi dei miei segreti?
Perché non sono nudo davanti a te?
Perché devo vivere tutto solo?
Perché devo morire senza di te?



(Autore: Giuseppe Frasci)

L’anima ce l’ho, ne sono certo!
Ma non chiedermi di mostrartela.
Io lo so… si insozzerebbe,
per un attimo di insulsa gloria
la perderei per sempre
fanculo tutti voi
pensate quel che volete
non mi cale la gloria
anzi
mi circondi il letame
perché scrigno migliore
non v’è
per questo fiore.



(Autore: Giuseppe Frasci)


Cana un attimo dopo…
Innanzitutto non piangete!
Non hanno avuto il tempo
di imparare a marcire,
sono morti giocando.
Non diventeranno mai come noi
con la lacrimuccia pietosa
pronta per l’occasione
dopo la pastasciutta,
prima del dessert.
Siete proprio sicuri
che il nostro destino sia migliore?

Forse non ci capiterà d’essere ammazzati
fortunati figli del civile occidente…
ma siamo mai stati vivi?


(Autore: Giuseppe Frasci)

Dio delle genti se avessi dormito
per tutti e sette i giorni intendo,
la luce non avresti creato
che ci acceca ogni giorno
con lo spettacolo della sofferenza,
la terra non avresti inventato
che da millenni seppellisce morti,
e il mare, il mare non sarebbe mai nato
che di tutti gli inganni il più atroce è di certo
con tanta acqua non buona da bere
e alle piante e ai fiori
alle messi e alle bestie
avresti evitato la fatica di nascere
e il dolore del morire
entrambi senza un perché…
tutto questo io ti perdono o Dio delle genti,
ma dimmi, quale diletto crudele
ti spinse quel giorno
a pensarmi a tua immagine
come potesti o Padre crearmi?
Come potrai o Padre
sopportare il mio pianto per l’eternità?



(Autore: Giuseppe Frasci)

Cerco una chiave
sarà da qualche parte
sommersa dallo sterco
che mi riempie ormai la mente.

Chi è quell’impostore
che vive la mia vita,
assassino dei miei sogni,
traditore dei miei pensieri.

Non posso più aspettare,
non voglio più rimandare,
devo trovare quella chiave,
e chiudere per sempre la porta
ad una vita
di cui non so più cosa fare.

Non ci sono scorciatoie,
nessuno mi può aiutare,
Né Iddio né il Demonio,
attori di un teatro
che ormai mi fa vomitare.
Anche tu amore
che mi sembravi l’arma vincente
per cambiare il cuore alla gente
per sciogliere il gelo di questa mente;

oggi m’appari
inerte fuscello tra l’onde
misera foglia di fico
alle vere passioni del mondo,

odio, paura, invidia
bisogno e dipendenza.

No, non posso più indugiare,
figlio, donna, madre,
più non mi trattenere,

ecco questa è la chiave,
guarda ho chiuso la porta,
ci sputo sopra…
e la butto in fondo al mare.


(Autore: Giuseppe Frasci)

E se fosse un'altra
l’ennesima crudele illusione
bambina mia.
Ci ricaschi sempre.
Perché vuoi cacciare fratello dolore?
Perché vuoi incastrare per sempre
sorella pace?
Ci accompagnano insieme
come in una giostra perenne.

Assapora lui sale della vita
godi di lei supremo balsamo dell’anima…
ma smetti per dio
di oltraggiare la vita dandole un senso:
tu lo sai che non è una cosa seria…
tu lo sai che non ne usciremo vivi.


(Autore: Non volevo)

Dio c’è
me lo dicono ogni giorno
i miei malati
divorati dal cancro.
Dio c’è
me lo ripetono i ventri obesi
i volti scavati dei bambini
del Darfur, dell’Angola, dello Sri Lanka,
del…, del…., del….,del……
Dio c’è
gorgoglia fuori dalla gola squarciata
dei tanti infedeli sgozzati
“ad majorem (eius) gloriam”.
Dio c’è
canta il ragazzino
che stringe la sua cintura di morte
in quell’autobus a Tel Aviv.
Dio c’è
invoca lo shahid sull’aereo dell’American Airlines.
Dio c’è
e guarda perplesso la fine di mille amori.
Dio c’è
e ascolta indolente il silenzio dei nostri cuori.
Dio c’è
nel sussurro del morente
che implora
“PADRE NON VOGLIO MORIRE”.
Dio c’è
Ma dov’è?


(Autore: Giuseppe Frasci)


LA MORTE DI TUA MADRE
(Il giorno dopo)
L’ hai appena sepolta.
Sono andati tutti via.
Erano stupiti
della tua freddezza
“sapevamo che eri cattiva, ma..”
sei finalmente sola
ti accorgi che stai piangendo
stupita capisci che non è per lei
mi chiedi “perché soffro?”
ci penso solo un po’…
è che provi un’immensa pietà
per quella bambina mai cresciuta
che non fu capace di farsi amare
soffri
perché ora più che mai
ti senti figlia di tua madre
soffri
per l’odio che le hai regalato
che ti tolse la gioia più grande
che a nessuno dovrebbe essere negata
di amare chi ci ha generato
soffri
perché non vorresti giudicare
almeno ora
soffri
perché ti scopri più sola
e sospiri di sollievo
soffri
perché non ti resta più niente
nemmeno il male.


(Autore: Giuseppe Frasci)

NEL GIORNO DELLA MIA MORTE
Non c’ero,
per la prima volta
non ho visto ciò che mi succedeva
eppure anche il dolore durò poco
tutto ciò che è insopportabile
a lungo non si sopporta…
(ho paura del buio
ho paura del niente)
ma poi mi son ricordato
di quando credevo nel dopo
nel magico posto
dell’ eterna gioia
eppur mi prendeva l’angoscia
(cosa farò lì …
…in eterno)
quale altro futuro sognare
nel posto dell’eterno presente
allora ho smesso di soffrire per me
di meglio non potevo sperare
che un giorno finalmente tutto finiva
allora ho cominciato a soffrire
per chi mi amava e perdeva
allora ho cominciato a soffrire
perché la gioia mi era negata
di dar gioia a chi mi cercava
soffro per te o figlio
(cosa farai tutto solo
così puro e indifeso)
quante gioie avrei potuto donarti
quanti dolori avrei potuto evitarti,
ma poi con ribrezzo ho ricordato
di quante volte solo ti avevo lasciato
e ti ho visto piangere disperato
abbracciare la mamma e zia Laccia
ma alle 7 (19) eri già indaffarato a preparare
la carne a Natasha
allora ho sofferto per te
o moglie cara e adorata…
oh sapevo che t’avevo sempre amata
(… ah potessi remare a ritroso
ti avrei detto solo quel che pensavo)
ch’eri tu che sola io amavo
ch’eri tu che io solo stimavo
e sei sempre perfetta Patrizia
ti sorprendi a guardarmi sottecchi
a scrutare il mio volto per una volta immobile
lo stesso pallore del viso
che aveva quel poveraccio
che proprio ieri ti è crepato in reparto
e non puoi fare a meno
di essere molto compita
con i colleghi che ti fanno le condoglianze
con i parenti mai così gentili
con il Primario che è venuto persino a casa
con il Sindaco che non hai mai sopportato
e allora ho sofferto per il mondo
per i tanti che mi hanno lodato
per i malati che mi hanno venerato
per quel Nobel soltanto sfiorato
ma il traffico è quello di sempre
in via Rea come al Corso ed ovunque
e alle piante Daponte quel giorno
ha dato le stessa acqua di sempre.
Domattina sarà tutto uguale
Alle 7 Rosa apre il negozio
Il Nikkei perderà mezzo punto
Bartiromo è affacciato al balcone
Natasha abbaierà al malvagio
(Ma un motore resterà silenzioso)
Mamma conterà i suoi giorni
parte da oggi aspettando la fine
Se fossi ancora vivo
lo so mi sarei commosso
nel vedere il mondo che vive
nonostante io sia già morto
(ma per fortuna il mio tempo è finito
troppo lungo o breve esso è stato
l’importante è che adesso per dio
c’è uno in meno che aspetta la morte).


(Autore: Giuseppe Frasci)

Amore Amore
Dove sei amore
perché non ti trovo…
ti ho visto
negli occhi di quella madre
che mi dice
ha solo 16 anni dottore
è tutto quello che ho al mondo
ti ho incontrato ieri sera
eri nello sguardo del ragazzo
che regge la testa del padre
ormai senza più vita
ti incontro ogni sera
senza riconoscerti
negli ululati di Natasha
che rinasce ogni volta al mio ritorno
ti vedo ma non riesco ad amarti, Amore,
Perché solo tuo figlio possiedi o madre?
Perché solo tuo Padre accarezzi o figlio?
Un padrone
o un altro a caso
ti sono dati …
cane
Ti ho scoperto in quello sguardo di donna
che carezzava il torrente delle mie lacrime
per una favola che solo me commosse
Ti scopro in lei
Nel suo respiro che si ingrossa
Mentre reclina il capo sul mio petto
e finalmente s’addorme
e il miracolo
ogni volta riaccade
tu dai sonno a chi ha terrore dei sogni
Ti afferro nella sua dignità
che in lei conserva il rispetto
anche di chi da lei se ne fugge
Ti conosco ma non riesco ad amarti, Amore
Sei troppo ingiusto ogni volta che nasci
e vivi sempre come chi mai morirà
nel ricordo presto sparisci
schiacciato tra la noia e il rancore
Ti ho spiato negli sguardi furtivi
Che la madre saetta a mio figlio
seppure invisibili quei dardi colpiscono
il mio cuore che si ostina a dormire
Ti ho trovato negli occhi del pescatore
che torna a riva con le reti vuote
le mani arse di sale e di sole
ma con gli occhi pieni di mare
Ti spio, ti cerco, ma non ti amo, Amore
Gli anni passano veloci
e il figlio ti porteranno lontano… madre
la sua mente è sempre più distratta
dalle donne, dal gioco o dai soldi
il suo sguardo in risposta al tuo sguardo
ogni giorno vedrai più assente
e le lacrime che piangerà quel giorno
che anche a te toccherà d’andar via
presto asciugate saranno
da tante piccole e grandi cazzate
E tu pescatore
quanto tempo andrai ancora per mare.
Il mattino è sempre più freddo
E le ossa ti fan sempre più male
Sei vecchio lo vuoi capire
E sempre meno pesci ci sono nel mare
No! Non ti amo Amore!
Eppure sempre ti cerco
tra le pieghe della mente
ormai troppo grande
che più non riesco a domare
mi deride, senza rispetto
mi tortura, senza pietà
è solo una scarica elettrica
con un inizio ed una fine, si sa
è solo una delle tante illusioni
che ci aiuta a riempire il presente
dura solo un battito d’ali
e la notte per tutti verrà
Eppure mi scopro a pensare
idiozia o illusione tu sia
da millenni
la carretta del mondo
insieme all’odio
instancabile tiri
Benché io sia condannato in eterno
a spiarti, schernirti e fuggirti
benché certo di questo io sia
che il vero tu spesso rifuggi
devo ammettere ho rispetto per te
e rimpianto per quello che sono
stanne certo a meno farei
dei ghiacciai della mia verità
ma per fortuna il tempo è pietoso
con chi pensa di non meritare pietà
e anche questa mente
che si crede infinita
il suo riposo finalmente avrà.


(Autore: Giuseppe Frasci)

Dove sei adesso Piergiorgio,
non vedo più il tuo faccione,
in “prime rate” al telegiornale,
oramai come un altro Dreyfus
anche se un po’ all’amatriciana.

Dimmi come suonava
Dall’alto di quell’orrendo letto,
la supplica del Ministro,
la predica dei tanti preti,
il buon senso del luminare.

Dimmi cosa hai provato
quando finalmente hai capito
ch’era giunto il momento
di fare calare il sipario
su quell’ignobile commedia
che mai doveva iniziare.

Lo so hai avuto paura
di quello che ti aspettava,
forse persino più orrendo
di una vita che ti faceva orrore.

E cosa hai pensato di loro,
che ti erano ancora vicini,
per forza hai dovuto odiarli,
per staccare anche l’ultima spina.

Persino con lei hai chiuso
la corrente di ogni pensiero,
per poter riandare a quel buio
da cui tutti siamo venuti.

O forse hai pensato che il viaggio
ancora non era finito,
e che la nuova prossima tappa,
avrebbe riscattato la prima?

Forse hai avuto fiducia,
in un Dio che tutto perdona,
sapendo che l’avresti raggiunto
in barba ai suoi stolti ventriloqui

Ma forse dico solo cazzate,
hai raggiunto l’estremo confine,
della mente che si guarda allo specchio,
e con orrore si accorge che esiste.

Hai capito che i matti son gli altri,
e che un senso forse ha avuto,
il tuo lungo, inumano dolore,

la tremenda forza ti ha dato,
di mandare in frantumi lo specchio,
era ora, giustizia è fatta,

e adesso silenzio signori!
Pubblicato: domenica 24 settembre 2006
Alle ore: 17:31:03
Giuseppe Frasci
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