Poesie
Al sole della vita
(100) Aspettando te
Cesenatico
(100) Sulle sabbie del cuore
Dentro l'anima
(93) Ci sono uccelli i più goffi e scuri che quando infreddoliscono sul nodo d'un ramo, in tutto assomigliano a quel nodo. (Alberto Bevilacqua)
Drudylla
(100) Anima mia
Fra i rami
(100) Andando per le vie
Il canto del pellegrino
(100) Sottobosco della vita
La poesia è morta
(100) Viva la poesia
Orme lontane
(100) Ricordati di me
Se non puoi
(100) Esistenze in negativo
Segreti versi
(100) Indicibile del mondo
Senza quadrature
(100) Da sempre - per sempre
Tra prosa e poesia
(100) Io -per sbaglio-
Raccolta: Orme lontane
Signora luna
Signora Luna,
giudiziosa compagna
dell’oscure e solinghe notti
trascorse a contemplar dell’universo
lo splendore,
perché tu
che con lungimiranti occhi
me guardavi,
perché tu
che con penetranti raggi
me guidavi,
or
la verità sconfessi
e il tuo chiaror rinneghi?
Cosa,
se non la luce tua
ad abbagliar la tetra notte?
Signora Luna,
taciturna confidente
dei pallidi e rabbiosi giorni
navigati alla ricerca
della sconosciuta e giuliva isola,
perché tu
che con soave canto
intonavi la voce del notturno pianto,
perché tu
che con morbidi raggi
evaporavi l’acqua del diurno disincanto,
or
l’operar smentisci
e il tuo lavor ricusi?
Cosa,
se non il calor tuo
ad infuocar la fredda notte?
Signora Luna,
minuziosa ricamatrice di pianeti e stelle
lontane
scovati e rincorsi
dalla tormentata e smarrita anima mia,
perché tu
che con sorriso
e speranza a lei indicasti del sentier la via,
perché tu
che con dolcezza
e incanto
a me donasti del futur le chiavi,
or
l’agir ripudi
e il tuo crear rigetti?
Cosa,
se non l’amor tuo
a sbriciolar l’ira
e la memoria del passato dì?
giudiziosa compagna
dell’oscure e solinghe notti
trascorse a contemplar dell’universo
lo splendore,
perché tu
che con lungimiranti occhi
me guardavi,
perché tu
che con penetranti raggi
me guidavi,
or
la verità sconfessi
e il tuo chiaror rinneghi?
Cosa,
se non la luce tua
ad abbagliar la tetra notte?
Signora Luna,
taciturna confidente
dei pallidi e rabbiosi giorni
navigati alla ricerca
della sconosciuta e giuliva isola,
perché tu
che con soave canto
intonavi la voce del notturno pianto,
perché tu
che con morbidi raggi
evaporavi l’acqua del diurno disincanto,
or
l’operar smentisci
e il tuo lavor ricusi?
Cosa,
se non il calor tuo
ad infuocar la fredda notte?
Signora Luna,
minuziosa ricamatrice di pianeti e stelle
lontane
scovati e rincorsi
dalla tormentata e smarrita anima mia,
perché tu
che con sorriso
e speranza a lei indicasti del sentier la via,
perché tu
che con dolcezza
e incanto
a me donasti del futur le chiavi,
or
l’agir ripudi
e il tuo crear rigetti?
Cosa,
se non l’amor tuo
a sbriciolar l’ira
e la memoria del passato dì?
Pubblicato: sabato 13 settembre 2003
Alle ore: 20:48:40
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