Poesie
Al sole della vita
(100) Aspettando te
Cesenatico
(100) Sulle sabbie del cuore
Dentro l'anima
(93) Ci sono uccelli i più goffi e scuri che quando infreddoliscono sul nodo d'un ramo, in tutto assomigliano a quel nodo. (Alberto Bevilacqua)
Drudylla
(100) Anima mia
Fra i rami
(100) Andando per le vie
Il canto del pellegrino
(100) Sottobosco della vita
La poesia è morta
(100) Viva la poesia
Orme lontane
(100) Ricordati di me
Se non puoi
(100) Esistenze in negativo
Segreti versi
(100) Indicibile del mondo
Senza quadrature
(100) Da sempre - per sempre
Tra prosa e poesia
(100) Io -per sbaglio-
Raccolta: Se non puoi
A me
A me
Non rinvengo le parole che qualcuno dice
trovarsi nelle immagini visionarie dei poeti:
incubi ed allucinazioni trascritte come vere,
emozioni che solo il folle genio sa vedere.
Tutti le sfogliano, taluno finge di capirle,
saccente prova minuzioso a commentarle.
C’è poi, chi afferma: sono belle, meravigliose,
tanto basta, mai si comprenderà l’intangibile verità.
Ho saputo di poeti che scrivono parole su pezzi di carta
ad uno ad uno estratti messi a caso l’uno dietro l’altro,
di sorte e non di genio germina alla mente del lettore
quel sentimento di perforante e conturbante enigma.
E di altri ancora, che scrivono lunghe e spinose prose
manipolate e torturate, successivamente amputate
e derubate solo dei più piccoli tasselli di un mosaico.
Di alcuni, invece, si dice che le scrivano per accidente,
quando soffrono, quando odiano, quando amano, oppure
solamente quando la vita li ha volutamente abbandonati.
A me si dirà: Amasti giocare con le parole in libera follia,
piuttosto che legarti al giogo di una distratta aristocrazia.
Non rinvengo le parole che qualcuno dice
trovarsi nelle immagini visionarie dei poeti:
incubi ed allucinazioni trascritte come vere,
emozioni che solo il folle genio sa vedere.
Tutti le sfogliano, taluno finge di capirle,
saccente prova minuzioso a commentarle.
C’è poi, chi afferma: sono belle, meravigliose,
tanto basta, mai si comprenderà l’intangibile verità.
Ho saputo di poeti che scrivono parole su pezzi di carta
ad uno ad uno estratti messi a caso l’uno dietro l’altro,
di sorte e non di genio germina alla mente del lettore
quel sentimento di perforante e conturbante enigma.
E di altri ancora, che scrivono lunghe e spinose prose
manipolate e torturate, successivamente amputate
e derubate solo dei più piccoli tasselli di un mosaico.
Di alcuni, invece, si dice che le scrivano per accidente,
quando soffrono, quando odiano, quando amano, oppure
solamente quando la vita li ha volutamente abbandonati.
A me si dirà: Amasti giocare con le parole in libera follia,
piuttosto che legarti al giogo di una distratta aristocrazia.
Pubblicato: domenica 28 maggio 2006
Alle ore: 18:36:03
Alle ore: 18:36:03