Poesie
Al sole della vita
(100) Aspettando te
Cesenatico
(100) Sulle sabbie del cuore
Dentro l'anima
(93) Ci sono uccelli i più goffi e scuri che quando infreddoliscono sul nodo d'un ramo, in tutto assomigliano a quel nodo. (Alberto Bevilacqua)
Drudylla
(100) Anima mia
Fra i rami
(100) Andando per le vie
Il canto del pellegrino
(100) Sottobosco della vita
La poesia è morta
(100) Viva la poesia
Orme lontane
(100) Ricordati di me
Se non puoi
(100) Esistenze in negativo
Segreti versi
(100) Indicibile del mondo
Senza quadrature
(100) Da sempre - per sempre
Tra prosa e poesia
(100) Io -per sbaglio-
Raccolta: Tra prosa e poesia
Il vecchio
E’ vecchio quel dolore,
eppure gli ravvedo la virilità,
la forza inestinguibile
che saggiamente adopra
all’uso delle scale.
Egli è vecchio,
e in me, ancora vive!
L’ho sistemato nell’angolo
asciutto e buio d’una cantina,
per caso rinvenuta
dall’anima mia pellegrina,
un dì, che malamente ridotta,
gridai piangendo:
maledetta me ed il dolore che m’alberga!
Ma appena smisi d’imprecare
m’avvidi che era
già intenta a rassettare.
Spazzava, spolverava,
spostava mobili,
gettava cianfrusaglie,
si dimenava esperta,
decisa e competente
come una perfetta governante.
Io la osservavo,
la lasciavo fare
e nel frattempo
mi riempivo di curiosità
per il suo lavorare.
Pareva inarrestabile
come il perenne sciabordare
dell’onde contro la sabbia del mare,
e mentre inseguivo l’idea
d’una azione senza fine,
la vidi oscillare dondolante
verso il mio confine.
Quel suo venire meno
mi sovvertì la mente,
tanto che giunsi a pensare
come ella in quel dì distante…
il fine mi fu chiaro,
e le motivazioni giuste,
e riordinai con lei
quell’angolo tanto angusto:
un vaso con dei fiori
e poi un divano,
un album di passato
insieme ai colori dell’errato.
Tutto diedi a quel vecchio esiliato
pur di convincerlo
al soggiorno obbligato.
Ma in certi istanti
la pena mia è grande
che ad alta voce
chiamo il vecchio intrigante
e lui non si fa attendere,
lesto fa le scale
per addolorarsi con me
sdraiato sul divano
mentre ci raccontiamo
le finte gioie del quotidiano.
eppure gli ravvedo la virilità,
la forza inestinguibile
che saggiamente adopra
all’uso delle scale.
Egli è vecchio,
e in me, ancora vive!
L’ho sistemato nell’angolo
asciutto e buio d’una cantina,
per caso rinvenuta
dall’anima mia pellegrina,
un dì, che malamente ridotta,
gridai piangendo:
maledetta me ed il dolore che m’alberga!
Ma appena smisi d’imprecare
m’avvidi che era
già intenta a rassettare.
Spazzava, spolverava,
spostava mobili,
gettava cianfrusaglie,
si dimenava esperta,
decisa e competente
come una perfetta governante.
Io la osservavo,
la lasciavo fare
e nel frattempo
mi riempivo di curiosità
per il suo lavorare.
Pareva inarrestabile
come il perenne sciabordare
dell’onde contro la sabbia del mare,
e mentre inseguivo l’idea
d’una azione senza fine,
la vidi oscillare dondolante
verso il mio confine.
Quel suo venire meno
mi sovvertì la mente,
tanto che giunsi a pensare
come ella in quel dì distante…
il fine mi fu chiaro,
e le motivazioni giuste,
e riordinai con lei
quell’angolo tanto angusto:
un vaso con dei fiori
e poi un divano,
un album di passato
insieme ai colori dell’errato.
Tutto diedi a quel vecchio esiliato
pur di convincerlo
al soggiorno obbligato.
Ma in certi istanti
la pena mia è grande
che ad alta voce
chiamo il vecchio intrigante
e lui non si fa attendere,
lesto fa le scale
per addolorarsi con me
sdraiato sul divano
mentre ci raccontiamo
le finte gioie del quotidiano.
Pubblicato: lunedì 15 settembre 2003
Alle ore: 15:37:24
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