Poesie
Al sole della vita
(100) Aspettando te
Cesenatico
(100) Sulle sabbie del cuore
Dentro l'anima
(93) Ci sono uccelli i più goffi e scuri che quando infreddoliscono sul nodo d'un ramo, in tutto assomigliano a quel nodo. (Alberto Bevilacqua)
Drudylla
(100) Anima mia
Fra i rami
(100) Andando per le vie
Il canto del pellegrino
(100) Sottobosco della vita
La poesia è morta
(100) Viva la poesia
Orme lontane
(100) Ricordati di me
Se non puoi
(100) Esistenze in negativo
Segreti versi
(100) Indicibile del mondo
Senza quadrature
(100) Da sempre - per sempre
Tra prosa e poesia
(100) Io -per sbaglio-
Raccolta: Tra prosa e poesia
Sicilia
Non tentare l'arrampicata di monti impervi,
dove il cielo è caverna di tesori e storia,
ed il sole, incandescente lava dei terreni abissi.
Lasciati così:
come il rigoglio dei vivi corpi
fra la fine cenere dei morti;
come fragile boccone d'ossa
fra gli aguzzi denti dell'affamato;
come candido fiore di speranza
fra la sterile arsura della sofferenza.
Non intraprendere il cammino di valli aride,
dove il grano è ferro che trafigge a morte,
ed il pane, lacrima tagliente d’ataviche ingiustizie.
Lasciati così:
come vittima gioiosa e amante
fra gli odi dei carnefici;
come ruscello di vivido sangue
fra gli ori dei defunti cavalieri.
Non immaginare il traversare degli impalpabili mari,
dove l’acqua è pianto urlante,
ed i pesci, sogni impigliati fra le reti del perverso destino.
Lasciati così:
come barca fra i venti delle vicende d’arte;
come cuore fra i pensieri delle nascenti albe.
dove il cielo è caverna di tesori e storia,
ed il sole, incandescente lava dei terreni abissi.
Lasciati così:
come il rigoglio dei vivi corpi
fra la fine cenere dei morti;
come fragile boccone d'ossa
fra gli aguzzi denti dell'affamato;
come candido fiore di speranza
fra la sterile arsura della sofferenza.
Non intraprendere il cammino di valli aride,
dove il grano è ferro che trafigge a morte,
ed il pane, lacrima tagliente d’ataviche ingiustizie.
Lasciati così:
come vittima gioiosa e amante
fra gli odi dei carnefici;
come ruscello di vivido sangue
fra gli ori dei defunti cavalieri.
Non immaginare il traversare degli impalpabili mari,
dove l’acqua è pianto urlante,
ed i pesci, sogni impigliati fra le reti del perverso destino.
Lasciati così:
come barca fra i venti delle vicende d’arte;
come cuore fra i pensieri delle nascenti albe.
Pubblicato: venerdì 29 aprile 2005
Alle ore: 17:51:27
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