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Questo parlare da donna matura
Questo parlare da donna matura ovatta e nasconde l’infantilismo degli ideali, fatica enormemente ad ignorare le innumerevoli paure che la razionalità infonde minandone la virilità della fiducia.
Il tempo devoluto all’immaginario, irresponsabilmente speso nel supermercato dei sogni, stupidamente dissipato sopra i cirri delle illusioni ha praticato tutte le strade dell’inverosimile fino a toccare il traguardo del dovuto risveglio, sino a restituire gli attimi del presente alla genesi di tutti gli eventi, dove la storia scritta dalle reminiscenze, racconta l’analisi scrupolosa della verità, mostrando le raccapriccianti visioni sul domani dell’umanità.
Immagini talmente avvilenti da ridarmi un’anima per il solo gusto di farmi contorcere nel fuoco della sofferenza.
Una balorda, insana, putrida tribolazione che fa dimenare lo spirito e lo costringe ad un agghiacciante lamento: L’umanità dell’uomo dove si è nascosta, dov’è?
Dove sono le sue splendide azioni?
Dove è morta la sua verità?
Chi sono questi zombi che mi circondano?
Chi ha plasmato questi attori senza voce?
Chi ha progettato la galassia di questa ipocrisia?
Capisci Dio?
Questo lamento è atroce, mi sbrana, mi logora, assorbe tutta la mia forza, mi rende crudele, sino a farmi assassina della mia stessa identità.
Non posso omologarmi, non posso integrarmi, non ho intorno anime e mi sento soffocata da queste sagome, da questi giganti dell’esistenza; mi sento annientata dal vuoto della loro presenza che conquista e soggioga il pensiero e, anestetizzando l’anima, mi fa mostro sociale.
Nei miei attimi di vita apparente e morte concreta mi domando con impassibile freddezza perché gli altri, ed anche io, ci intratteniamo nel gioco dell’inganno, della metamorfosi, della trasformazione; mi chiedo quale scopo intendiamo raggiungere quando, con i nostri comportamenti, contribuiamo alla costruzione di una società priva di uomini, straripante di enormi, raffinati e solitari giganti.
Non riesco a capire il nuovo credo, ad assorbire questa disciplina esistenziale, mi sento ignorante, inadeguata, impreparata come davanti ad una equazione che non so risolvere.
No, proprio non comprendo questo nuovo esprimersi del genere umano, questa assenza di comprensione che mi fa marziana, perché non sono più umana senza l’anima e non sono in grado di farmi gigante come questo tempo chiede.
This mature woman talk muffles and hides the infantilism of ideals, it struggles enormously to ignore the countless fears that rationality instills undermining the virility of trust.
The time devoted to the imagination, irresponsibly spent in the supermarket of dreams, stupidly dissipated above the cirrus clouds of illusions has practiced all the roads of the improbable until reaching the finish line of the due awakening, until returning the moments of the present to the genesis of all events, where the history written by reminiscences, tells the scrupulous analysis of the truth, showing the horrifying visions of the future of humanity.
Images so disheartening that they give me back a soul for the sole pleasure of making me writhe in the fire of suffering.
A foolish, insane, putrid tribulation that makes the spirit writhe and forces it to a chilling lament: The humanity of man where has it hidden, where is it?
Where are his splendid actions?
Where did his truth die?
Who are these zombies that surround me?
Who shaped these voiceless actors?
Who designed the galaxy of this hypocrisy?
Do you understand God?
This lament is atrocious, it tears me apart, it wears me out, it absorbs all my strength, it makes me cruel, to the point of making me the murderer of my own identity.
I cannot conform, I cannot integrate, I have no souls around me and I feel suffocated by these silhouettes, by these giants of existence; I feel annihilated by the emptiness of their presence that conquers and subjugates thought and, anesthetizing the soul, makes me a social monster.
In my moments of apparent life and concrete death I ask myself with impassive coldness why others, and I too, entertain ourselves in the game of deception, of metamorphosis, of transformation; I ask myself what purpose we intend to achieve when, with our behavior, we contribute to the construction of a society devoid of men, overflowing with enormous, refined and solitary giants.
I can't understand the new creed, to absorb this existential discipline, I feel ignorant, inadequate, unprepared as if faced with an equation that I can't solve.
No, I just don't understand this new expression of the human race, this lack of understanding that makes me Martian, because I am no longer human without the soul and I am not able to make myself a giant as this time demands.
Il tempo devoluto all’immaginario, irresponsabilmente speso nel supermercato dei sogni, stupidamente dissipato sopra i cirri delle illusioni ha praticato tutte le strade dell’inverosimile fino a toccare il traguardo del dovuto risveglio, sino a restituire gli attimi del presente alla genesi di tutti gli eventi, dove la storia scritta dalle reminiscenze, racconta l’analisi scrupolosa della verità, mostrando le raccapriccianti visioni sul domani dell’umanità.
Immagini talmente avvilenti da ridarmi un’anima per il solo gusto di farmi contorcere nel fuoco della sofferenza.
Una balorda, insana, putrida tribolazione che fa dimenare lo spirito e lo costringe ad un agghiacciante lamento: L’umanità dell’uomo dove si è nascosta, dov’è?
Dove sono le sue splendide azioni?
Dove è morta la sua verità?
Chi sono questi zombi che mi circondano?
Chi ha plasmato questi attori senza voce?
Chi ha progettato la galassia di questa ipocrisia?
Capisci Dio?
Questo lamento è atroce, mi sbrana, mi logora, assorbe tutta la mia forza, mi rende crudele, sino a farmi assassina della mia stessa identità.
Non posso omologarmi, non posso integrarmi, non ho intorno anime e mi sento soffocata da queste sagome, da questi giganti dell’esistenza; mi sento annientata dal vuoto della loro presenza che conquista e soggioga il pensiero e, anestetizzando l’anima, mi fa mostro sociale.
Nei miei attimi di vita apparente e morte concreta mi domando con impassibile freddezza perché gli altri, ed anche io, ci intratteniamo nel gioco dell’inganno, della metamorfosi, della trasformazione; mi chiedo quale scopo intendiamo raggiungere quando, con i nostri comportamenti, contribuiamo alla costruzione di una società priva di uomini, straripante di enormi, raffinati e solitari giganti.
Non riesco a capire il nuovo credo, ad assorbire questa disciplina esistenziale, mi sento ignorante, inadeguata, impreparata come davanti ad una equazione che non so risolvere.
No, proprio non comprendo questo nuovo esprimersi del genere umano, questa assenza di comprensione che mi fa marziana, perché non sono più umana senza l’anima e non sono in grado di farmi gigante come questo tempo chiede.
This mature woman talk muffles and hides the infantilism of ideals, it struggles enormously to ignore the countless fears that rationality instills undermining the virility of trust.
The time devoted to the imagination, irresponsibly spent in the supermarket of dreams, stupidly dissipated above the cirrus clouds of illusions has practiced all the roads of the improbable until reaching the finish line of the due awakening, until returning the moments of the present to the genesis of all events, where the history written by reminiscences, tells the scrupulous analysis of the truth, showing the horrifying visions of the future of humanity.
Images so disheartening that they give me back a soul for the sole pleasure of making me writhe in the fire of suffering.
A foolish, insane, putrid tribulation that makes the spirit writhe and forces it to a chilling lament: The humanity of man where has it hidden, where is it?
Where are his splendid actions?
Where did his truth die?
Who are these zombies that surround me?
Who shaped these voiceless actors?
Who designed the galaxy of this hypocrisy?
Do you understand God?
This lament is atrocious, it tears me apart, it wears me out, it absorbs all my strength, it makes me cruel, to the point of making me the murderer of my own identity.
I cannot conform, I cannot integrate, I have no souls around me and I feel suffocated by these silhouettes, by these giants of existence; I feel annihilated by the emptiness of their presence that conquers and subjugates thought and, anesthetizing the soul, makes me a social monster.
In my moments of apparent life and concrete death I ask myself with impassive coldness why others, and I too, entertain ourselves in the game of deception, of metamorphosis, of transformation; I ask myself what purpose we intend to achieve when, with our behavior, we contribute to the construction of a society devoid of men, overflowing with enormous, refined and solitary giants.
I can't understand the new creed, to absorb this existential discipline, I feel ignorant, inadequate, unprepared as if faced with an equation that I can't solve.
No, I just don't understand this new expression of the human race, this lack of understanding that makes me Martian, because I am no longer human without the soul and I am not able to make myself a giant as this time demands.
Pubblicato: venerdì 10 gennaio 2025
Alle ore: 10:38:02
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